Boffalora

Ultima modifica 14 aprile 2017

di Giampaolo Gregori

La località è citata nel 1167 in un atto nel quale il cardinale arcipresbitero Tedaldo de Sommo indicava tra i suoi possedimenti anche dei beni "in loco Sancta Maria de Angelis, de Buffalaure inclusis Cremonae".

La chiesa di S. Maria degli Angeli, esistente ancora nel XVIII secolo, fu la parrocchia originaria di Costa Sant'Abramo e lo rimase per secoli. Non si sa però quando abbia cessato tale funzione.

Sin dal XIII secolo la nomina del parroco spettava alla famiglia Oldoini, che detenne il diritto sino al 1570, quando ne fece dono, con l'approvazione della Curia vescovile, a Giovanni Tomaso Raimondi, parente del loro ultimo beneficiato.

Da una consegna fatta ai fittabili fratelli Gio. Battista e Giuseppe Mazzolari dal beneficiario del tempo, don Giuseppe Gadio, e redatta dal perito agrimensore Francesco Consoli, si sa che la Possessione disponeva dei soli campi Chioso da Casa, di circa 174 pt, e Fiastra, di circa 16 pt., ed era dotato dei "casamenti con l'oratorio annesso sotto il titolo della Beata Vergine Maria Annunciata, posto nel luogo di Boffalora, territorio di Costa S. Abramo".

Nel 1802, titolare del beneficio era don Scipione Gadio e nel 1848 il chierico Giovanni Souvent figlio di Wolfgang. L'ultimo beneficiario fu don Eugenio Souvent, perchè nel 1869 la proprietà, certamente a seguito della soppressione del beneficio, passò al demanio nazionale che la vendette lo stesso anno alla società formata da Ferrante Anguissola e Galeazzo Calciati; nel 1875 fu intestata a certo Bazzi (o Bassi) Eugenio.

Nella mappa settecentesca la cascina era disegnata come unico corpo con annesso a nord l'oratorio. Posta sulla costa, a levante della strada per Casanova del Morbasco, si presenta oggi nella sua ricostruzione ottocentesca. Sparita la chiesa, al suo posto c'è il portone d'accesso che immette alla corte passando sotto il portico ovest, affiancato dalle stalle dei cavalli e dei buoi, con volte poggianti su archi armati sorretti da colonnette cilindriche di granito, con sopra i fienili. Gli edifici del perimetro sud della corte potrebbero comprendere qualche residuo dell'antica cascina, come del resto si desume nei mattoni a smusso tondo dell'arco 'un portone inglobati nella facciata dell'edificio attaccato a sud delle stalle, dove una breccia dà accesso alla seconda corte, contornata da un lungo porticato.


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